Cali di Borsa e soldi che non bruciano

Perché parlare di “miliardi bruciati” è un errore di comunicazione (e di comprensione)?

L’ILLUSIONE DEL “DENARO IN FUMO”

Quante volte, di fronte a un crollo dei mercati finanziari, sentiamo o leggiamo frasi come “Bruciati 200 miliardi in Borsa”?
Un’immagine potente, che evoca catastrofi finanziarie, roghi di denaro, e risparmiatori in lacrime. Ma c’è davvero un fuoco metaforico che consuma ricchezze?
O si tratta solo di un’esagerazione giornalistica?
In realtà, nessun euro/dollaro viene fisicamente “bruciato” quando i mercati scendono. Il termine è fuorviante: nessuno accende un falò di banconote.
Quello che accade è una semplice variazione dei valori di mercato degli strumenti finanziari, una dinamica legata alla più antica legge economica: la domanda e l’offerta.
Quando l’offerta di titoli supera la domanda, i prezzi scendono. Se molti investitori decidono di vendere per paura, il prezzo delle azioni diminuisce.
Ma finché nessuno vende, non si realizza alcuna perdita. È una perdita “sulla carta”, e può essere temporanea. Questo concetto, tuttavia, viene spesso ignorato dai media in cerca di titoli sensazionalistici.
Inoltre, usare il verbo “bruciare” porta con sé un impatto emotivo significativo. Le parole influenzano le emozioni e il comportamento degli investitori.
Chi legge “bruciati miliardi” è più portato a farsi prendere dal panico e a vendere nel momento peggiore, peggiorando ulteriormente la situazione.

DALLA TEORIA ALLA REALTÀ: COSA ACCADE DAVVERO

Proviamo con un esempio pratico. Immagina di comprare 1.000 azioni a 10 € l’una: il tuo investimento vale 10.000 €.
Se, per ragioni macroeconomiche o psicologiche, il prezzo scende a 8 euro, il tuo portafoglio vale ora 8.000 €.
Ma questo valore è “virtuale”: se non vendi, non hai perso nulla.
Viceversa, se cedi al panico e vendi, realizzi una perdita effettiva di 2.000 €. La vera differenza è tra perdita potenziale e perdita reale.
I mercati sono notoriamente volatili e soggetti a oscillazioni anche violente, ma è proprio la pazienza a fare la differenza tra un investitore razionale e uno emotivo.
Durante periodi di grande stress, come la crisi finanziaria del 2008 o la pandemia da Covid-19, molti titoli hanno subito pesanti ribassi, seguiti però da forti recuperi.
Gli investitori che hanno resistito alla tentazione di vendere hanno spesso recuperato, e anche superato, il valore iniziale del loro investimento.
La volatilità è parte del gioco dei mercati. Ma è un gioco in cui vince chi sa aspettare, chi ha una strategia e una visione di lungo periodo.
Ecco perché non si può parlare di “miliardi bruciati” come se fosse un evento irreversibile.

IL VALORE DELLE PAROLE E LA REALTÀ DEI MERCATI

Parlare di “miliardi bruciati” in Borsa è una scorciatoia linguistica dannosa. Induce una visione catastrofica che può alimentare il cosiddetto panic selling, con effetti gravi non solo per i piccoli investitori, ma per l’intero sistema finanziario.
I mercati finanziari sono ecosistemi complessi, dove il valore non è statico ma in costante evoluzione. La capitalizzazione di mercato cambia di continuo, in base alla percezione del valore di ogni singola azione. Se oggi il mercato “vale meno”, domani potrebbe valere di più.
Non è stata “bruciata” nessuna ricchezza reale, semplicemente il valore di scambio è cambiato.
Non dimentichiamo poi che ogni vendita implica un acquisto. Quando un titolo scende e viene venduto, c’è sempre qualcun altro disposto a comprarlo.
Chi compra in quel momento, lo fa a un prezzo più basso, con la speranza (spesso fondata) di guadagnarci nel tempo.
Infine, un consiglio: in Borsa vince chi mantiene la lucidità. I mercati premiano la razionalità, la diversificazione e la pazienza.
I titoli sensazionalistici non aiutano l’investitore. Anzi, possono danneggiarlo. Serve invece un’educazione finanziaria maggiore, per leggere i numeri, interpretare i dati, e non cadere vittima del terrorismo psicologico.
La prossima volta che sentiremo parlare di “miliardi bruciati”, potremo rispondere con un sorriso e con maggiore consapevolezza.

“Durante le fasi di mercato orso,
le azioni tornano ai loro legittimi proprietari.”
J.P. Morgan

 

Il presente articolo è da considerarsi un’opinione personale e non un invito all’acquisto o un’opinione della banca.

 

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